Sulla legge elettorale

Non sarebbe la priorità di questi tempi, ma la raccolta di firme per il referendum abrogativo del "porcellum" ha portato l'argomento prepotentemente alla ribalta.
Referendum, tra l'altro, a forte rischio di mannaia della Consulta dato che ci sono svariate possibilità che la vittoria dell'abrogazione crei un vuoto legislativo. La Consulta ha infatti la facoltà di non autorizzare quei referendum con effetti non immediatamente applicabili. Non essendo però io ovviamente competente, staremo a vedere.
Di sicuro però la raccoltà di firme ha messo un po' di sale sulla coda della maggioranza e, sentendo quà e là pare che, per risolvere la questione, si parli di un ritorno alle preferenze, unito alla diminuzione dei parlamentari. Apparentemente tutto molto bello, ma nella realtà dei fatti?
Immaginante di volervi candidare per andare in parlamento. Sarete uno della lista del vostro partito. Pensate a quante liste ci sono di solito nella vostra scheda elettorale e, a conti fatti sarete uno tra un centinaio di candidati che andrete a cercare voti nel vostro collegio.
Collegio che, nel frattempo, sarà diventato enorme rispetto a come eravamo abituati finora, dato che la prima conseguenza della diminuzione dei parlamentari è che, se ad esempio dimezziamo il numero dei posti in parlamento, ogni seggio sarò rappresentativo del doppio degli abitanti.
A questo punto è ovvio che una campagna elettorale così combattuta e svolta in un territorio così vasto (in Umbria è possibile che i collegi si riducano a uno/due massimo) comporta costi elevatissimi per i candidati, e che, quindi, potranno permetterselo solo persone ben munite di denaro.
Però è anche vero che le liste bloccate, sono una vergogna, uno schiaffo alla democrazia e la vittoria della partitocrazia.
E allora? e allora secondo me ci vogliono due cose:
1. l'uninominale col doppio turno
2. fissare il numero dei parlamentari in proporzione agli abitanti
mi spiego meglio
Il sistema uninominale col doppio turno funziona esattamente come l'elezione dei nostri sindaci.
Ogni partito candida una sola persona, scelta nel modo che il partito preferisce.
Noi elettori votiamo e se c'è una lista che prendere il 50%+1 dei voti allora il loro candidato siederà in parlamento. Altrimenti si andrà al ballottaggio tra i primi due che hanno preso più voti.
Questo sistema ha il pregio di essere rappresentativo del territorio, cioè ognuno di noi sa chi è il "suo" parlamentare, parlamentare che, quindi, dovrà rispondere direttamente del suo operato agli elettori.
Già così le spese saranno minori perchè ogni lista ha da promuovere una sola persona, e non decine, in più,
sarà bene fissare un tetto di elettori per ogni collegio. In modo da non avere territori sterminati in cui promuoversi e, nello stesso tempo, incrementare il contatto diretto con gli abitanti.
Semplice no?
Eppure, nonostante col referundum del 93 noi italiani avevamo fortemente espresso la volontà di volere questo sistema elettorale, già il mattarellum disattendeva le nostre indicazioni, indicazioni poi completamente disattese dalla legge elettorale attualmente vigente ed oggetto della raccoltà di firme di questi giorni per la sua   abrogazione.
Perchè?
Perchè chi ha fatto le leggi elettorali ha fatto i propri conti e ha visto che è molto più semplice chiederci semplicemente di mettere una X sul simbolo del partito e affidarci completamente a loro, ma la conseguenza è che oggi non sappiamo più chi è che ci rappresenta, sfido la maggior parte di voi a dirmi così su due piedi, chi è il parlamentare che ha votato...
Si dirà che mantenere l'attuale numero di parlamentari è un costo? Beh si, ma ricordate che ogni anno il nostro stato ci costa circa 800 miliardi di euro, fate due conti e vedrete che una delle poche cose che vale la pena di finanziare ancora è proprio la nostra rappresentanza! Senza considerare che se uno spende molto per farsi eleggere, poi richiederà un rimborso della stessa entità no?
Il risparmio sarà bene farlo su tutti i benefit fuori mercato di cui i nostri parlamentari godono, sull'immenso patrimonio immobile pubblico da manutenere (vendendo e facendo cassa), sugli sprechi delle aziende pubbliche liberalizzando il sistema. Insomma su tante cose ma non risparmiamo sulla nostra rappresentanza, che è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno.

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