Carl Menger (1840-1921)
Il contributo di Menger alla scienza economica può essere diviso in tre sezioni principali:
1) Metodo
2) Teoria monetaria
3) Teoria pura
La sua opera è del tutto sistematica, ordinata e coerente.
1) Metodo
Nelle sue “Analisi” Menger insiste sul fatto che il metodo economico deve fondarsi su una base individualistica: i fenomeni sociali non sono l’espressione diretta di forze sociali, ma sono le risultanti del comportamento degli individui. Anche Jevons e Gossen avevano affermato la centralità dell’individuo, tuttavia Menger è il primo che lo fa in ambito prettamente economico e non filosofico
2) Teoria monetaria
Scrisse numerosi articoli in relazione alla riforma monetaria austriaca. La sua più notevole enunciazione è contenuta in un articolo in cui egli dà la prima applicazione della teoria soggettiva del valore ai problemi monetari, base di molti lavori “moderni”(1989).
3) Teoria soggettiva del valore (1871)
Menger inizia la sua teoria considerando i due poli dell’attività economica:
- i bisogni umani
- i mezzi per soddisfarli
Utilità: la sua definizione è relativa al concetto di bisogno, in quanto utilità è la facoltà di una cosa di essere posta in un rapporto causale con un bisogno. Le cose che hanno questa facoltà diventano beni in presenza di un bisogno, quando cioè il rapporto causale è riconosciuto da un individuo che avverte questo bisogno e che ha la possibilità di impiegare la cosa nella soddisfazione del bisogno stesso.
Divisione tecnica dei beni:
- primo ordine: sono quelli che soddisfano direttamente i bisogni (pane)
- secondo, terzo, quarto ecc ordine: sono quelli che soddisfano indirettamente i bisogni (mulino che crea il pane)
Scopo di questa classificazione è di esprimere le condizioni tecniche della produzione (che in seguito saranno importanti nella teoria della produzione del capitale) e stabilire subito un rapporto fra il valore dei beni di primo ordine e il valore dei beni di produzione di tutti i generi.
Divisione dei beni basata sul rapporto quantità beni/bisogni:
- beni economici: quelli che sono minori rispetto ai bisogni che soddisfano; questi beni possiedono quella che verrà chiamata “scarsità”
- beni non economici: quelli che sono maggiori rispetto ai bisogni che soddisfano
Questa classificazione è relativa al momento (ovvero all’offerta di beni, ai bisogni e alle tecniche propri del momento); se cambia il momento, può cambiare la classificazione.
La teoria del valore deriva dalla sua analisi dei beni economici. La coscienza da parte di un individuo della natura economica di un bene determina nella sua mente un giudizio che noi chiamiamo valore.
“Valore è l’importanza che noi attribuiamo a determinati beni concreti o quantità di beni per il fatto che noi sappiamo che la soddisfazione dei nostri bisogni dipende dalla nostra possibilità di disporre di quei beni”
Come si determina questo valore soggettivo?
Noi sentiamo bisogni diversi con intensità diversa. Ogni concreto atto di soddisfazione, poi, ha per noi un significato diverso secondo il grado di soddisfazione che abbiamo già raggiunto (questo altro non è che un’enunciazione diversa della prima legge di Gossen). L’uomo soddisfa i propri bisogni in modo che l’ultima frazione di bene disponibile soddisfi il bisogno per lui meno impellente.
Scambio
A questo punto Menger nega l’asserzione smithiana secondo la quale lo scambio sia dovuto alla tendenza umana al baratto:
secondo Menger infatti, lo scambio è possibile qualora A ritenga che X soddisfi maggiormente i propri bisogni rispetto a Y, e contemporaneamente B ritenga che Y soddisfi maggiormente i propri bisogni rispetto ad X. Questo vuol dire che A dà più valore a X rispetto ad Y e B viceversa.
NOTA BENE : quando A e B scambiano più frazioni di X e Y, il rapporto dei valori soggettivi dei due beni si modificherà, fino a quando sarà lo stesso sia per A che per B, momento nel quale cesserà lo scambio.
I valori soggettivi determinano così i limiti dello scambio e i limiti del prezzo. Ogni individuo, quando si presenta lo scambio, formula un rapporto, quantitativamente determinato, nel limite del quale egli è disposto a scambiare. Il prezzo non è più determinato sulla base di domanda e offerta.
Origine della moneta
Quando gli inconvenienti del baratto cominciarono ad essere osservati, nacque la moneta, che gradualmente divenne il più scambiabile di tutti i beni. Questa funzione permette alla moneta di facilitare anche la “quantificazione” dei valori soggettivi; essa agisce come un indice dei prezzi, come il mezzo in cui si esprime l’equivalenza dello scambio.
Teoria della distribuzione
A Menger va riconosciuto il merito di avere introdotto per primo quello che oggi viene chiamato il problema dell’imputazione, ovvero il problema del valore dei beni di ordine superiore al primo. Avendo adottato un metodo soggettivo Menger è costretto ad affermare che tale “valore dipende dal valore anticipato da quei beni di ordine inferiore alla cui produzione essi sono destinati”.
Per quanto riguarda l’attribuzione della quota di reddito spettante ai fattori produttivi Menger sostiene che essa deve essere determinata dalla perdita di valore che subirebbe il prodotto se quel fattore produttivo fosse ritirato dalla combinazione produttiva.
tratto da:
per un approfondimento (in lingua inglese):
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