Ogni tanto è necessario puntualizzare e ripetere alcuni concetti fondamentali che stanno alla base del pensiero e dell’agire di questo sito. Acaade che, da ieri, è stata montata ad arte la nuova palla europea, ovvero che, a giugno dopo le elezioni in Francia, Grecia (e Olanda?) ci sarà un grande vertice risolutivo (puntata n. 387?) in cui finalmente si parlerà di crescita. L’idea che ci stanno spacciando per tenerci buoni ed evitare una corsa agli sportelli per svuotare i conti correnti è sempre la stessa: Sta arrivando una nuova fase, dopo l’austerità (cioè tasse) parte la fase due, quella della crescita e abbiamo pure convinto i tedeschi Bene ora ficcatevi una volta per tutte questi semplice concetto: Non esiste più una singola possibilità che l’Italia esca dall’attuale crisi in regime di solvibilità. Lo dico con altre parole: non è più possibile evitare una bancarotta sul debito pubblico oppure un ritorno alla lira con tanto di svalutazione oppure il combinato disposto di queste due situazioni. Chiunque parli di soluzioni che NON implichino almeno una forma di ristrutturazione del nostro debito pubblico o non sa esattamente di cosa parla o è in malafede. Ci sono 5 fattori evidenti che supportano questa tesi: 1) L’attuale livello di pressione fiscale è incompatibile con la stessa idea di produzione di ricchezza. Nessun imprenditore italiano o estero, sano di mente, si sognerebbe mai di aprire un attività in questo paese a meno di non pianificare di rimanere al di fuori della legge. Contemporaneamente le partite IVA, singole o società, hanno la sola scelta (e spesso neppure quella) di cercare di sopravvivere oppure di chiudere definitivamente o per spostarsi in Stati meno folli e criminali del nostro. Voi oggi andreste in banca a impegnarvi la casa per realizzare in Italia la vostra idea imprenditoriale? 2) Non possiamo più tirare a campare facendo nuovo debito pubblico se non quello che ci concedono i mercati per ritardare il più possibile la bancarotta. Esattamente come hanno fatto con la Grecia. 3) L’intreccio di potere fra politici, imprese sussidiate e una larga fascia di cittadini parassiti, persone che vivono letteralmente alle spalle di chi produce ricchezza, è inestricabile nei tempi rapidi che servirebbero per rivoluzionare il sistema italiano. Io non credo che in Italia sia possibile (ne auspicabile) una rivolta violenta, penso però che sia possibile e probabile una forma di ribellione fiscale che accelleri il processo di bancarotta. 4) E’ una follia anche solo pensare che i cittadini del nord europa si tassino per salvare i nostri conti pubblici, anche perchè l’Italia ha largamente dimostrato e continua a dimostrare tutta la sua irresponsabilità nella gestione dei soldi pubblici. Ve lo immaginate un tedesco che scopre di pagare l’auto blu a Napolitano? 5) E’ falso affermare che il “grande patrimonio” dello Stato e dei cittadini può farci uscire dalle secche. Stiamo già scoprendo oggi quanto quel patrimonio sia sovrastimato e pensare di poter vendere un enorme massa di immobili per fare “cassa” in questo periodo di crisi è semplicemente r-i-d-i-c-o-l-o. Dunque come se ne esce? Non se esce senza una bancarotta, questa è la maledetta verità. La nostra “ricetta” per affrontare questa crisi è nota, ma vorrei ancora una volta sintetizzarla- La prima misura da prendere è dire immediatamente la VERITA’ ai cittadini, ovvero che l’Italia è in una profonda crisi di solvibilità e che l’attuale sistema non è più sostenibile e dunque va immediatamente cambiato pena finire come e peggio della Grecia. La seconda misura da prendere è quella di tagliare di 200 miliardi di euro la spesa pubblica a partire da privilegi di casta e sussidi a pioggia alle imprese, poi tagliando pensioni, stipendi pubblici e se necessario licenziando il personale in eccesso. Le risorse andranno usate per arrivare al pareggio di bilancio (50/60 mld) e per tagliare la pressione fiscale di 10/12 punti percentuali. Nella costituzione è fondamentale iscrivere il principio del limite del 40% della spesa pubblica rispetto al PIL. La terza misura da prendere riguarda una profonda deregulation della burocrazia italiana e una gigantesca riforma della magistratura e delle procedure civili e penali nel senso di un vero sfoltimento dei processi e accorciamento dei tempi per le sentenze. Infine: Dichiarare lo stato di insolvenza sul debito pubblico e chiedere un abbattimento degli interessi, anche a fronte di garanzie reali rappresentate dal patrimonio immobiliare italiano. E’ necessario arrivare al tavolo delle trattative con i creditori come paese forte e con conti pubblici relativamente a posto sul lato della spesa, altrimenti si fa la fine della Grecia. Ai creditori deve essere data un opzione credibile di ristrutturazione del debito italiano, qualcosa che garantisca sul serio la solvibilità del debito ristrutturato. Non esattamente il pasticcio senza speranza fatto da Atene. Quindi, signore e signori, non fatevi prendere per i fondelli e agite di conseguenza.
articolo di Funnyking tratto da: http://www.rischiocalcolato.it/2012/04/la-verita-vi-rendera-liberi-dallo-stato.html
www.movimentolibertario.it
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