La parola Omofobia è come Capitalismo, parole che è già sbagliato il semplice usarle, poiché la loro accezione e uso sono in sé tendenziosi e fuorvianti, ovvero il solo usarle già dà un vantaggio consistente ai loro padroni, ai padroni/inventori di quelle parole.
La parola Capitalismo si sa fu inventata da Carlo Marx, che naturalmente detestava il fenomeno sociale “capitalista”, infatti la parola in sé ha un chiaro connotato negativo, un po’ come tutti gli “ismi”. Noi sappiamo invece che tale parola dovrebbe scomparire e al suo posto sarebbe corretto usare l’espressione Società Aperta di Libero Scambio ma siccome è troppo lunga dobbiamo dire semplicemente Liberalismo. La libera impresa è capitalismo, ne è il fondamento e il nerbo. Libera nel senso che in libertà essa vuole navigare nel mare magnum della domanda/offerta planetarie ove, forte della sua competitività, vive, prospera e si allarga, in un circolo economico che più virtuoso non si può immaginare: investimento, lavoro, reddito, tasse, profitto, sviluppo, società, tutto si lega e tutto riceve beneficio dalla libera impresa fonte primaria di ricchezza privata e pubblica ad un tempo, poiché tocca tutti e perché rimpingua le casse dello stato.
Naturalmente è pieno di attentati alla libera impresa, nel senso che è pieno di imprese affatto libere ma dipendenti dalla politica o dalle mafie (che poi sono la stessa cosa), addirittura esistono imprese pubbliche e perfino uno stato, la Cina, che ha scoperto il capitalismo di stato. Se ne deduce che il Liberalismo tratteggiato poco sopra è uno stato ideale più che reale, cui però la buona politica deve tendere sempre, se tale vuole essere.
Sta il fatto che la parola Capitalismo gode pessima fama, l’opinione pubblica ne ha percezione del tutto negativa, ed è proprio questo, per l’appunto, il successo, l’egemonia dei marxisti sulle società europee e occidentali, anche le università americane sono farcite di accezione negativa della parola Capitalismo; in Italia basta usarla o rivolgerla come epiteto e chi la riceve è morto, socialmente politicamente mediaticamente morto.
Sorella gemella è la parola Fascista, il primo che la usa vince.
Omofobia è già sbagliata per la sua programmata e velenosa ambiguità. Fobia è paura ma idestinatari dell’epiteto “omofobo” non provano paura bensì fastidio/astio verso non tanto la persona omosessuale quanto verso l’uso politico della sessualità che recentemente e ossessivamente si fa a man bassa nel panorama occidentale, europeo e nel meschino scenario italiano, balbettante e replicante. Programmata ambiguità al fine di far passare per patologia (fobia) un legittimo sentimento. Qui, come per capitalismo e fascismo, avviene lo snodo decisivo: se tutti coloro che non sono statalisti meritano l’epiteto Capitalisti, se tutti coloro che non sono filocomunisti meritano l’epiteto Fascista, tutti coloro che non sono favorevoli alla propaganda gay (il sogno revanchista di compensare i soprusi subiti nel mondo e nel tempo dai gay, tramite l’imposizione della presunta equivalenza di omo e etero) sono Omofobi.
Questo snodo cruciale possiamo chiamarlo dualismo, ridurre a due sole le scelte in campo al posto delle molte e svariate che la realtà crea. Dualismo: o con me o contro di me, che è forzatura innaturale poiché la realtà tra il bianco e il nero crea infinite gamme intermedie. Forzatura innaturale ma anche furbizia sopraffina: se non vedi la necessità di matrimoni omo, se ti ripugna l’idea di far adottare un povero bambino a una coppia omo, se ti ribelli all’insegnamento a scuola della omologazione filo-gay, allora sei Omofobo anche se non hai nulla contro di loro.
La macchina propagandistica (enorme macchina: media, università, enti pubblici, eu, onu) che occhiuta impone e vigila sulla buona salute di Capitalismo, Fascismo, Omofobia, è una sola cioè ha gli stessi protagonisti/padroni.
Quest’ultima constatazione dà luce al tutto: siccome gli argomenti classici della lotta di classe non funzionano più, ecco trovato un ottimo surrogato (beninteso per le stesse finalità politiche) sulla sessualità; ma che in paesi svegli e civili mai e poi mai sarebbe argomento -addirittura campo di battaglia- della politica.
L’importante è potersi sempre ergere a paladini del progresso così da mantenere sul popolo l’atteggiamento e il ruolo di primi della classe, di maestri, di eletti. Altre parole mafiose sono Inquinamento, Solidarietà, Ambiente, Filiera Corta, Sostenibile, Consumismo, Rinnovabile, Biologico, Decrescita, Informazione.
di Luigi Fressoia
da "Italiani" del 21 Ottobre 2014
La parola Capitalismo si sa fu inventata da Carlo Marx, che naturalmente detestava il fenomeno sociale “capitalista”, infatti la parola in sé ha un chiaro connotato negativo, un po’ come tutti gli “ismi”. Noi sappiamo invece che tale parola dovrebbe scomparire e al suo posto sarebbe corretto usare l’espressione Società Aperta di Libero Scambio ma siccome è troppo lunga dobbiamo dire semplicemente Liberalismo. La libera impresa è capitalismo, ne è il fondamento e il nerbo. Libera nel senso che in libertà essa vuole navigare nel mare magnum della domanda/offerta planetarie ove, forte della sua competitività, vive, prospera e si allarga, in un circolo economico che più virtuoso non si può immaginare: investimento, lavoro, reddito, tasse, profitto, sviluppo, società, tutto si lega e tutto riceve beneficio dalla libera impresa fonte primaria di ricchezza privata e pubblica ad un tempo, poiché tocca tutti e perché rimpingua le casse dello stato.
Naturalmente è pieno di attentati alla libera impresa, nel senso che è pieno di imprese affatto libere ma dipendenti dalla politica o dalle mafie (che poi sono la stessa cosa), addirittura esistono imprese pubbliche e perfino uno stato, la Cina, che ha scoperto il capitalismo di stato. Se ne deduce che il Liberalismo tratteggiato poco sopra è uno stato ideale più che reale, cui però la buona politica deve tendere sempre, se tale vuole essere.
Sta il fatto che la parola Capitalismo gode pessima fama, l’opinione pubblica ne ha percezione del tutto negativa, ed è proprio questo, per l’appunto, il successo, l’egemonia dei marxisti sulle società europee e occidentali, anche le università americane sono farcite di accezione negativa della parola Capitalismo; in Italia basta usarla o rivolgerla come epiteto e chi la riceve è morto, socialmente politicamente mediaticamente morto.
Sorella gemella è la parola Fascista, il primo che la usa vince.
Omofobia è già sbagliata per la sua programmata e velenosa ambiguità. Fobia è paura ma idestinatari dell’epiteto “omofobo” non provano paura bensì fastidio/astio verso non tanto la persona omosessuale quanto verso l’uso politico della sessualità che recentemente e ossessivamente si fa a man bassa nel panorama occidentale, europeo e nel meschino scenario italiano, balbettante e replicante. Programmata ambiguità al fine di far passare per patologia (fobia) un legittimo sentimento. Qui, come per capitalismo e fascismo, avviene lo snodo decisivo: se tutti coloro che non sono statalisti meritano l’epiteto Capitalisti, se tutti coloro che non sono filocomunisti meritano l’epiteto Fascista, tutti coloro che non sono favorevoli alla propaganda gay (il sogno revanchista di compensare i soprusi subiti nel mondo e nel tempo dai gay, tramite l’imposizione della presunta equivalenza di omo e etero) sono Omofobi.
Questo snodo cruciale possiamo chiamarlo dualismo, ridurre a due sole le scelte in campo al posto delle molte e svariate che la realtà crea. Dualismo: o con me o contro di me, che è forzatura innaturale poiché la realtà tra il bianco e il nero crea infinite gamme intermedie. Forzatura innaturale ma anche furbizia sopraffina: se non vedi la necessità di matrimoni omo, se ti ripugna l’idea di far adottare un povero bambino a una coppia omo, se ti ribelli all’insegnamento a scuola della omologazione filo-gay, allora sei Omofobo anche se non hai nulla contro di loro.
La macchina propagandistica (enorme macchina: media, università, enti pubblici, eu, onu) che occhiuta impone e vigila sulla buona salute di Capitalismo, Fascismo, Omofobia, è una sola cioè ha gli stessi protagonisti/padroni.
Quest’ultima constatazione dà luce al tutto: siccome gli argomenti classici della lotta di classe non funzionano più, ecco trovato un ottimo surrogato (beninteso per le stesse finalità politiche) sulla sessualità; ma che in paesi svegli e civili mai e poi mai sarebbe argomento -addirittura campo di battaglia- della politica.
L’importante è potersi sempre ergere a paladini del progresso così da mantenere sul popolo l’atteggiamento e il ruolo di primi della classe, di maestri, di eletti. Altre parole mafiose sono Inquinamento, Solidarietà, Ambiente, Filiera Corta, Sostenibile, Consumismo, Rinnovabile, Biologico, Decrescita, Informazione.
di Luigi Fressoia
da "Italiani" del 21 Ottobre 2014
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