Autore: Buggio, Nerella
Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
domenica 13 novembre 2016
E' morto Umberto Veronesi, in questi giorni se ne sono celebrati i successi, ricordate le battaglie, evidenziata l'eredità.
Per l'oncologo cerimonia laica a Palazzo Marino tra gli applausi delle centinaia di persone che hanno assistito alla cerimonia, anche dai maxischermi. Attorno al feretro, i figli, i nipoti e la moglie dello scienziato, Sultana Razon, molte persone che sono state curate da lui e che hanno sconfitto il cancro.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha aperto con il suo discorso la cerimonia laica. Si è commosso raccontando la sua esperienza di paziente del dr. Veronesi, che lo ha curato quando aveva il cancro.
Nel leggere le cronache mi hanno stupito un paio di cose: prima, questo sottolineare il fatto che negli ultimi giorni ha rifiutato le cure in quanto favorevole all'eutanasia. Non è che chi è contrario all'eutanasia, automaticamente vuole che si accaniscano sul suo povero corpo che oramai è arrivato a fine corsa terrena. Una cosa è l'accanimento e l'altra è l'eutanasia auspicata da Veronesi in stile Olandese (anche per i pazienti sotto ai 12 anni).
Seconda, la dichiarazione di Emma Bonino: "Tu hai già vinto" ha detto l'ex ministro, anche lei è stata anche paziente di Veronesi, ed ha aggiunto "la medicina e la scienza in questo Paese stanno cambiando troppo lentamente per i tuoi e per i miei gusti. Però sta cambiando". E questo anche grazie al metodo introdotto dallo scienziato, di un "equilibrio straordinario che ti sostiene, ti capisce, che non ti fa sentire un malato e quindi un reietto".
Mi son tornate in mente le parole di una mia amica alle prese con il cancro, in cura allo IEO, l'ospedale fondato da Veronesi, che quello stesso giorno mentre andavamo verso l'ospedale sentendo i commenti sul funerale alla radio mi ha detto: "Grande medico, ma di stupidaggini ne ha sostenute molte anche lui, a partire dalla battaglia per l'eutanasia, la liberalizzazione delle droghe, la fecondazione eterologa e via dicendo".
Già, ben venga il riscoprire che l'uomo non è solo un organo malato, che la malattia non ti determina, che va curato l'uomo nel suo intero.
Ma questo è riscoprire qualcosa che abbiamo dimenticato, non qualcosa di nuovo.
Mi viene in mente la storia di un medico, Giuseppe Moscati, nato Serino di Avellino nel 1880, che visse quasi sempre a Napoli, la «bella Partenope», come amava ripetere da appassionato di lettere classiche, salvò molti malati durante l'eruzione del Vesuvio del 1906; prestò servizio negli ospedali riuniti in occasione dell'epidemia di colera del 1911; fu direttore del reparto militare durante la grande guerra. Negli ultimi dieci anni di vita prevalse l'impegno scientifico: fu assistente ordinario nell'istituto di chimica fisiologica; aiuto ordinario negli Ospedali riuniti; libero docente di chimica fisiologica e di chimica medica. «Il mio posto è accanto all'ammalato!». In questo servizio integrale all'uomo Moscati morì il 12 aprile del 1927. Straordinaria figura di laico cristiano, fu proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1987 al termine del sinodo dei vescovi «sulla Vocazione e Missione dei laici nella Chiesa». La sua storia ben raccontata in un libro edito da Paola Bergamini nel libro "Laico cioè cristiano".
Ora invece sembra che Laico sia un'alternativa, una condizione di coloro che non credono in Dio e che i cristiani non siano laici.
Un paio di anni fa sul suo ilbro "Il mestiere di uomo" Umberto Veronesi sosteneva «Dopo Auschwitz, il cancro è la prova che Dio non esiste. Gli rispondeva Antonino Zichichi, fisico e presidente Wfs (World federation of scientists).
"La scienza ci dice che non è possibile derivare dal caos la logica che regge il mondo, dall'universo sub-nucleare all'universo fatto con stelle e galassie. Se c'è una logica deve esserci un Autore. L'ateismo, partendo dall'esistenza di tutti i drammi che affliggono l'umanità, sostiene che se Dio esistesse queste tragedie non potrebbero esistere. Cristo è il simbolo della difesa dei valori della vita e della dignità umana. Che sia figlio di Dio è un problema che riguarda la sfera trascendentale della nostra esistenza. Negare l'esistenza di Dio però equivale a dire che non esiste l'autore della logica rigorosa che regge il mondo. Tutto dovrebbe esaurirsi nella sfera dell'immanente la cui più grande conquista è la scienza".
Insomma, credo che Umberto Veronesi, laico di sinistra, ora dove si trova avrà le idee più chiare e noi qui su questa terra continueremo a dividerci tra chi non crede ed attribuisce le colpe di tutto il male a Dio, e il bene al caso, e chi ha il dono della fede ed è certo che l'uomo è fatto per la vita eterna.
Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
domenica 13 novembre 2016
E' morto Umberto Veronesi, in questi giorni se ne sono celebrati i successi, ricordate le battaglie, evidenziata l'eredità.
Per l'oncologo cerimonia laica a Palazzo Marino tra gli applausi delle centinaia di persone che hanno assistito alla cerimonia, anche dai maxischermi. Attorno al feretro, i figli, i nipoti e la moglie dello scienziato, Sultana Razon, molte persone che sono state curate da lui e che hanno sconfitto il cancro.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha aperto con il suo discorso la cerimonia laica. Si è commosso raccontando la sua esperienza di paziente del dr. Veronesi, che lo ha curato quando aveva il cancro.
Nel leggere le cronache mi hanno stupito un paio di cose: prima, questo sottolineare il fatto che negli ultimi giorni ha rifiutato le cure in quanto favorevole all'eutanasia. Non è che chi è contrario all'eutanasia, automaticamente vuole che si accaniscano sul suo povero corpo che oramai è arrivato a fine corsa terrena. Una cosa è l'accanimento e l'altra è l'eutanasia auspicata da Veronesi in stile Olandese (anche per i pazienti sotto ai 12 anni).
Seconda, la dichiarazione di Emma Bonino: "Tu hai già vinto" ha detto l'ex ministro, anche lei è stata anche paziente di Veronesi, ed ha aggiunto "la medicina e la scienza in questo Paese stanno cambiando troppo lentamente per i tuoi e per i miei gusti. Però sta cambiando". E questo anche grazie al metodo introdotto dallo scienziato, di un "equilibrio straordinario che ti sostiene, ti capisce, che non ti fa sentire un malato e quindi un reietto".
Mi son tornate in mente le parole di una mia amica alle prese con il cancro, in cura allo IEO, l'ospedale fondato da Veronesi, che quello stesso giorno mentre andavamo verso l'ospedale sentendo i commenti sul funerale alla radio mi ha detto: "Grande medico, ma di stupidaggini ne ha sostenute molte anche lui, a partire dalla battaglia per l'eutanasia, la liberalizzazione delle droghe, la fecondazione eterologa e via dicendo".
Già, ben venga il riscoprire che l'uomo non è solo un organo malato, che la malattia non ti determina, che va curato l'uomo nel suo intero.
Ma questo è riscoprire qualcosa che abbiamo dimenticato, non qualcosa di nuovo.
Mi viene in mente la storia di un medico, Giuseppe Moscati, nato Serino di Avellino nel 1880, che visse quasi sempre a Napoli, la «bella Partenope», come amava ripetere da appassionato di lettere classiche, salvò molti malati durante l'eruzione del Vesuvio del 1906; prestò servizio negli ospedali riuniti in occasione dell'epidemia di colera del 1911; fu direttore del reparto militare durante la grande guerra. Negli ultimi dieci anni di vita prevalse l'impegno scientifico: fu assistente ordinario nell'istituto di chimica fisiologica; aiuto ordinario negli Ospedali riuniti; libero docente di chimica fisiologica e di chimica medica. «Il mio posto è accanto all'ammalato!». In questo servizio integrale all'uomo Moscati morì il 12 aprile del 1927. Straordinaria figura di laico cristiano, fu proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1987 al termine del sinodo dei vescovi «sulla Vocazione e Missione dei laici nella Chiesa». La sua storia ben raccontata in un libro edito da Paola Bergamini nel libro "Laico cioè cristiano".
Ora invece sembra che Laico sia un'alternativa, una condizione di coloro che non credono in Dio e che i cristiani non siano laici.
Un paio di anni fa sul suo ilbro "Il mestiere di uomo" Umberto Veronesi sosteneva «Dopo Auschwitz, il cancro è la prova che Dio non esiste. Gli rispondeva Antonino Zichichi, fisico e presidente Wfs (World federation of scientists).
"La scienza ci dice che non è possibile derivare dal caos la logica che regge il mondo, dall'universo sub-nucleare all'universo fatto con stelle e galassie. Se c'è una logica deve esserci un Autore. L'ateismo, partendo dall'esistenza di tutti i drammi che affliggono l'umanità, sostiene che se Dio esistesse queste tragedie non potrebbero esistere. Cristo è il simbolo della difesa dei valori della vita e della dignità umana. Che sia figlio di Dio è un problema che riguarda la sfera trascendentale della nostra esistenza. Negare l'esistenza di Dio però equivale a dire che non esiste l'autore della logica rigorosa che regge il mondo. Tutto dovrebbe esaurirsi nella sfera dell'immanente la cui più grande conquista è la scienza".
Insomma, credo che Umberto Veronesi, laico di sinistra, ora dove si trova avrà le idee più chiare e noi qui su questa terra continueremo a dividerci tra chi non crede ed attribuisce le colpe di tutto il male a Dio, e il bene al caso, e chi ha il dono della fede ed è certo che l'uomo è fatto per la vita eterna.
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