Lassismo papale?



Leggendo un articolo su Papa Francesco, ho trovato una lettera dove Pascal racconta ad un amico di un colloquio con un gesuita. Si tratta di un brano tratto della sesta lettera della raccolta "Les Provinciales", datata 10 aprile 1656.
Quel che mi ha colpito è il metodo descritto dal gesuita, che sembra proprio quello utilizzato da Bergoglio, gesuita anche lui (primizia assoluta, mai nessun Papa è stato scelto tra i gesuiti, sarà un caso?); in sintesi, se ho capito, il metodo consiste nel buttare nel mucchio delle novità e aspettare che queste siano digerite dal gregge (in questo caso il doppio senso è voluto); in questo modo non c'è bisogno di fare affermazioni forti e modifiche alla dottrina, ma si lascia che questa degeneri nel verso voluto praticamente da se.

Intanto leggetevi il brano di Pascal, di cui qui riporto il testo, poi più sotto ho scritto qualche approfondimento:

"Reverendo padre – esclamai –, che fortuna è per il mondo avere voi per maestri! Non sapevo che un solo dottore, se è autorevole, può rendere probabile una opinione, e che anche l'opinione contraria può esserlo; e che in questo caso tra il pro e il contro si può scegliere quello che piace di più, sebbene non lo si creda vero; e ciò con tanta sicurezza di coscienza che un confessore che rifiutasse di dare l'assoluzione sulla fede dei casuisti sarebbe in stato di peccato mortale. Da ciò capisco che un solo casuista può a suo piacimento creare nuove regole di morale, e disporre, come gli salta in mente, di tutto ciò che riguarda la condotta dei costumi".

"Bisogna – obiettò il padre – moderare un po' ciò che dite. Imparate bene quale è il nostro metodo, in cui vedrete il progresso di una opinione nuova dalla nascita fino alla sua maturità. Dapprima il dottore autorevole che l'ha inventata la espone al pubblico e la getta come un seme affinché metta radici. In questo stato l'opinione è ancora debole, ma bisogna che il tempo la maturi a poco a poco. Perciò il padre Diana, che ne ha introdotte parecchie, dice in un certo punto: 'Presento questa opinione; ma poiché è nuova, la lascio maturare nel tempo, relinquo tempori maturandam'. Così in pochi anni la si vede affermarsi insensibilmente; e, dopo un certo tempo, si trova autorizzata dalla tacita approvazione della Chiesa, secondo questa grande massima del padre Bauny: 'Che se un'opinione è stata proposta da qualche casuista e la Chiesa non vi si è opposta, è segno che l'approva'".

"Ma via, padre – protestai –, allora la Chiesa dovrebbe approvare tutti gli abusi che sopporta, e tutti gli errori dei libri che non censura?".

"Andate a disputare con il padre Bauny – rispose –; io non faccio che riferirvi e voi vi mettete a discutere con me! Non bisogna mai disputare su di un fatto. Vi dicevo dunque che, quando il tempo ha così maturata un'opinione, allora essa è assolutamente probabile e sicura. Ne viene che il dotto Caramuel, nella lettera con cui dedica a Diana la sua 'Teologia fondamentale', dice che quel grande dottore 'ha rese probabili molte opinioni che non lo erano prima; e così seguendolo non si pecca più, mentre prima si peccava: iam non peccant, licet ante peccaverint'".

"In verità, padre – gli dissi –, c'è molto da guadagnare seguendo i vostri dottori. E come no! Di due persone che fanno la stessa cosa, quello che non conosce la loro dottrina pecca; colui che la conosce non pecca. Essa è dunque insieme istruttiva e giustificante? La legge di Dio faceva dei prevaricatori, secondo san Paolo; questa invece fa sì che non ci siano quasi altri che innocenti. Vi prego vivamente, padre, di informarmene bene; non vi abbandonerò più fin quando non mi avrete dette tutte le principali massime stabilite dai vostri casuisti".

"Ahimè! – rispose il padre –: il nostro scopo principale sarebbe stato di non stabilire altre massime che quelle del Vangelo in tutta la sua severità; e dal regolamento dei nostri costumi si vede bene che se noi tolleriamo qualche rilassamento negli altri è piuttosto per condiscendenza che per piano prestabilito. Ci siamo costretti. Gli uomini oggi sono tanto corrotti, che, non potendoli fare venire a noi, bisogna che siamo noi ad andare loro incontro; altrimenti essi ci abbandonerebbero; peggio ancora, si lascerebbero andare completamente. È per trattenerli che i nostri casuisti hanno presi in considerazione i vizi cui la gente di ciascuna condizione è più attaccata, per stabilire delle massime così dolci – senza tuttavia offendere la verità – che per non esserne contenti si dovrebbe essere di ben difficile contentatura; infatti il progetto fondamentale della nostra Società per il bene della religione è di non respingere nessuno per non far disperare la gente. Abbiamo dunque massime per persone di ogni tipo, per i beneficiari, per i preti, per i religiosi, per i nobili, per i domestici, per i ricchi, per coloro che sono in commercio, per coloro i cui affari vanno male, per quelli che sono nell'indigenza, per le donne devote e per quelle che non lo sono, per le persone sposate e per quelle che conducono una vita dissipata. Insomma, nulla sfugge alla nostra previdenza".

Che dire? 

Si tratta in pratica della casuistica, una branca della teologia morale che esamina i casi di coscienza, ossia quelle situazioni in cui nasce un conflitto tra ciò che detta la propria coscienza e ciò che prescrive la norma morale.
La casuistica fu molto diffusa soprattutto durante la Controriforma, specialmente fra i Gesuiti, fino ad arrivare ai casi "estremi" del lassismo agli inizi del XVII secolo di cui furono sostenitori alcuni gesuiti come Antonio de Escobar y Mendoza, V. Filliucci, F. Amico e E. Bauny, quest'ultimo citato nella lettera del Pascal.

La dottrine casuistiche e lassiste furono condannate nel 1665, nel 1666 e nel 1679 dal Sant'Uffizio e dall'intervento diretto dei papi Alessandro VII e Innocenzo XI, ma ebbero un rinnovamento nella prima metà del '700 con Sant'Alfonso Maria de' Liguori a cui seguirono ampliamenti da vari personaggi specie nel XIX secolo. Un certo successo lo hanno avuto anche tra i protestanti.
E allora non mi paiono più tanto strane nemmeno le dichiarazioni di questi ultimi tempi che vanno verso una riabilitazione di Lutero (che ricordo essere stato dichiarato eretico e quindi scomunicato).
Boh... io mi atterrò alle istruzioni seguenti:

Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù.
seconda lettera a Timoteo, cap.3 vers. 14-15 

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