Poteva non sapere?

Quattro anni fa un clamoroso scandalo coinvolse la regione Emilia-Romagna, diede un milione di euro alla cooperativa agricola Terremerse senza controllare le opere eseguite, che si sono rivelate abusive, e anzi attestando il falso. La coop era presieduta da Giovanni Errani, fratello di Vasco, il governatore regionale stretto collaboratore di Pierluigi Bersani. Di quel caso si è interessata la procura della repubblica di Bologna, che ha indagato i fratelli Errani, alcuni funzionari della regione e i tecnici che fecero eseguire i lavori abusivi e irregolari. Il governatore, come detto, è stato prosciolto dal gup Bruno Giangiacomo, uno dei leader nazionali di Magistratura democratica. La questione ruotava attorno a una serie di documenti falsi prodotti dalla regione: il sospetto era che Errani volesse coprire le malefatte del fratello. L’altro giorno è stato condannato un funzionario della regione, Aurelio Selva Casadei, addetto al servizio Aiuti alle imprese, il quale firmò il verbale in cui si attestava (falsamente, secondo il giudice) che i lavori finanziati erano regolari. La condanna (un anno e due mesi più l’interdizione dai pubblici uffici) è arrivata dopo un processo con il rito abbreviato. Giovanni Errani invece sarà processato con rito ordinario; per lui l’accusa è di truffa aggravata e falso. Dunque, la giustizia ha riconosciuto che nella vicenda Terremerse ci furono falsi e abusi. Ma Errani junior non sapeva. Ignorava che il fratello maggiore faceva il furbetto con un milioncino di euro avuto dalla regione (senza averne diritto) e che i funzionari della regione falsificavano la realtà. Egli poteva non sapere. Che cosa sarebbe successo se, invece che un governatore rosso, uno scandalo simile fosse scoppiato in un’amministrazione guidata dal centrodestra? A pensar male si fa peccato, diceva Andreotti, ma ci s’indovina.
Di Antonio Giulio Gaetano

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