Alcune condiderazioni sulla trasformazione in autostrada della E45

A favore della trasformazione della E45 in Autostrada hanno votato 22 consiglieri regionali, martedì 28 gennaio 2014. Di questi hanno parlato in favore della trasformazione i seguenti signori: Andrea Smacchi PD, Raffaele Nevi FI, Andrea Lignani Marchesani FD’I, Renato Locchi PD, Massimo Mantovani NCD, Sandra Monacelli UDC, Rocco Valentino FI, Silvano Rometti PD assessore, Massimo Buconi PSI, Gianfranco Chiacchieroni PD, Franco Zaffini FD’I. Hanno parlato contro: Gianluca Cirignoni LN, Paolo Brutti IDV, Oliviero Dottorini IDV, Orfeo Goracci CU. E’ bene ascoltare gli argomenti addotti. Sintetizziamo quanto riporta il sito della Regione, più la testimonianza di chi è stato presente al dibattito.

I discorsi pronunciati in aula.

Cominciamo dal primo, Andrea Smacchi da Gubbio, presentatore insieme a Renato Locchi della mozione approvata dal Consiglio con 22 voti. Chiede tempi certi all’Anas e al Governo per la realizzazione dell’opera. Afferma che il pedaggio dovrà essere categoricamente escluso per i cittadini dell’Umbria. L’opera costerà 8-9 miliardi (altre fonti dicono 10 Mld, n.d.r.), in gran parte da privati investitori (general contractor) mediante project financing, cioè capitali privati da remunerare per tot anni tramite pedaggio (in questo caso senza caselli ma con telecamere). Sarà terminata nel 2021. L’autostrada sarà di tipo A per 281 Km e di tipo B per 115 Km. Auspica poi la manutenzione dell’attuale superstrada, il completamento della Perugia-Ancona e il cosiddetto Nodo di Perugia (variante da Collestrada a Madonna del Piano, a Corciano). Raffaele Nevi da Terni. Vuole scongiurare pedaggi a carico degli umbri, in subordine agevolazioni per i pendolari. L’autostrada porta ricchezza e sviluppo soprattutto turistico. Andrea Lignani Marchesani da Città di Castello. L’opposizione all’autostrada è ideologica. Le grandi opere sono impossibili col solo denaro pubblico, è naturale che il privato abbia il suo ritorno economico. Le imprese umbre (si intuisce del settore, n.d.r.) sono in stato comatoso e chiedono a gran voce queste opere. La manutenzione della E45 è a livello di mulattiera. Non ci sarà gran traffico perché col pedaggio molti andranno altrove. L’Umbria che riparte (con tali opere) può permettersi di pagare il pedaggio magari a basso costo. Ci vuole il coraggio di scelte impopolari. Renato Locchi da Umbertide. Questa nostra mozione scaturisce dall’operato del sottosegretario Ghirlanda e da atti regionali già del 2009. Bisogna esentare gli umbri dal pedaggio e bisogna pensare alla manutenzione della E45. Ci vuole anche il Nodo di Perugia, che lo costruirà o lo Stato o il privato (e chi sennò? Babbonatale? N.d.r.). Massimo Mantovani da Bastia. Auspica riqualificazione infrastrutturale autostrada- aeroporto-alta velocità Foligno-Ancona. Senza buone vie di comunicazione poco turismo e pochi investimenti. Con l’autostrada diminuiranno i camion. L’autostrada risolverà errori del Nodo di Perugia e del Minimetrò. Sul pedaggio ricorda che il Ministero assicurò che sarà “estremamente molto limitato” (sic). Sandra Monacelli da Gualdo. Con la crisi che c’è non ha senso opporsi a 9 miliardi di investimento o sognare le ferrovie. L’attuale E45 è inadeguata e Perugia è spesso irraggiungibile, la Perugia-Ancona non finisce mai. Sì al progetto no a deleghe in bianco, ovvero esaminare bene la gratuità per gli umbri, la qualità, i tempi, l’analisi costi-benefici. Rocco Valentino da Girifalco. Paragona l’autostrada Mestre-Orte alla recentissima Bre-Be- Mi (Brescia-Bergamo-Milano) a pedaggio e interamente costruita con denaro privato. La trasformazione in autostrada rilancerà le imprese e l’economia dell’Umbria. L’Umbria ora è tagliata fuori da tutte le vie di comunicazione, e l’autostrada insieme all’aeroporto e alla stazione alta velocità, varrà bene il pedaggio da pagare. Silvano Rometti da Città di Castello. Ricorda che gli umbri hanno pianto per decenni la mancanza dell’autostrada, finalmente eccola. Non possiamo perdere i pochi fondi che ci sono. Solo la finanza di progetto consente di realizzare grandi opere. L’autostrada passerà per il 90% sull’attuale sede E45, che sarà solo allargata di tre metri. Il Nodo di Perugia nel primo tratto Collestrada-Madonna del Piano è parte del progetto. Faremo di tutto per scongiurare il pedaggio agli umbri ma la decisione è statale. Gara pubblica per scegliere il concessionario (general contractor) che realizzerà l’opera, 2 miliardi è il costo del tratto umbro. Per la manutenzione della E45 i 26 milioni che impiegavamo ora sono tagliati dallo Stato: senza l’adeguamento (in autostrada) non avremo mai le risorse sufficienti per una buona manutenzione. Massimo Buconi da Todi. Sì allo sviluppo sostenibile e compatibile ma servono scelte credibili, senza aggravi di costo per i cittadini. Anche se in molti saranno costretti ad utilizzare la nuova autostrada dato che non ci sono alternative. (Significato poco chiaro, probabilmente vuol dire che si dovrà pagare il pedaggio nonostante l’evidente “aggravio di costi per i cittadini”, n.d.r.). Gianfranco Chiacchieroni. La E45 ha esigenza urgente di essere ammodernata e messa in sicurezza e non ci sono possibilità di farlo senza la trasformazione in autostrada. Anche il pagamento del pedaggio, visto in termini di sicurezza acquisita, può essere accettabile. Se diciamo di no a questa ipotesi perdiamo anche la possibilità di finanziare il Nodo di Perugia”. Franco Zaffini da Spoleto. Non si può mettere in discussione il deficit di infrastrutture dell'Umbria e l'impatto negativo di questo sullo sviluppo economico della regione. La parte mancante del Nodo di Perugia dovrà essere finanziata o cofinanziata dallo Stato, dato che per la cattura di valore il completamento avrebbe una importanza fondamentale. (significato non chiaro, forse significa che il secondo tratto del Nodo è decisivo per rendere pagante - “cattura di valore”- l’E45 trasformata in autostrada. N.d.r.).

Hanno parlato contro la trasformazione i seguenti consiglieri. Oliviero Dottorini. Sarebbe doveroso poter valutare di ogni opera il rapporto costi /benefici e l’impatto economico, sociale, ambientale magari prendendo in esame le possibili alternative. Dire 'viva l’autostrada ma senza pedaggio per i residenti è un ossimoro’, significa solo buttare fumo sugli occhi dei cittadini. Il nodo di Perugia è stato ufficialmente escluso dal progetto di trasformazione in autostrada della Orte-Mestre. Nessuna reale necessità giustifica questo scellerato progetto. Gianluca Cirignoni. Proponiamo di seguire l'esempio della Firenze-Pisa-Livorno, che negli anni duemila passò da Anas alla gestione della Regione Toscana e delle province di Firenze, Pisa e Livorno in consorzio; ora la strada è molto migliorata, la manutenzione funziona e i toscani possono percorrerla in sicurezza e gratuitamente. Ci sono stati interventi di sistemazione inefficaci sulla E45: sul tratto da San Giustino-Pieve Santo Stefano sono stati spesi 20 milioni di euro, lavori consegnati a luglio e già a settembre su uno dei viadotti si è aperta una voragine. Ho fatto denuncia alla Procura della Repubblica per attentato alla sicurezza dei trasporti e come consigliere regionale ho fatto richiesta di accesso agli atti che però mi è stata negata. Non abbiamo alcun bisogno di una nuova autostrada (privata), basta una superstrada ben mantenuta (pubblica). Paolo Brutti. Siamo di fronte a una bufala gigantesca, se fosse davvero escluso il pedaggio agli automobilisti, come qui recitano alcuni imbonitori, per remunerare l’investimento privato ci vorrebbero 50.000 camion/giorno, che invece oggi sono 4.500 e ovviamente diminuiranno drasticamente col pedaggio. Orfeo Goracci. Ci guadagneranno soltanto alcuni imprenditori, senza alcun beneficio per i cittadini. Invito tutti a riflettere bene prima di prendere certe decisioni che necessitano di maggiori ed ulteriori approfondimenti.

Obiezione di fondo

La prima nostra obiezione è all’assessore Rometti poiché non è possibile che “l’autostrada per il 90% ricalchi l’attuale superstrada con un semplice allargamento di tre metri”, dal momento che le strade di tipo A e B hanno raggi di curvatura e pendenze diverse. Poi Rometti tocca l’argomento principe (sulla bocca di tutti i favorevoli), cioè che oggi solo col finanziamento dei privati (ovviamente da remunerare) si possono costruire grandi opere come questa. Insomma ci vuole l’autostrada (coi suoi pedaggi), perché noi non avremo mai più i soldi per mantenere efficiente l’attuale E45. Essendo irrimediabilmente radicato del sistema di potere, Rometti non vede in questa affermazione la più strabiliante anomalia del sistema politico italiano: che pur a fronte di tassazioni altissime, tutte le branche dello stato non hanno un soldo! Ovvio infatti che in un paese normale, ad altissime tassazioni (come per esempio nei paesi scandinavi), corrisponde uno Stato che effettivamente riesce a farsi carico di quasi tutto, ma in Italia dove vanno a finire le montagne di quattrini che paghiamo? Con le tasse che paghiamo uno Stato decente dovrebbe avere abbondanza di soldi per fare senza difficoltà la manutenzione di una superstrada. Se un politico -locale o nazionale- non vede questo, non parte da questo, diventa un danno in sé.

Il nodo nascosto

Ma il fatto tombale, che Rometti e tutti gli altri non dicono o non hanno capito, è che il pedaggio si pagherà subito! Basta un po’ d’attenzione e tutto è evidente. Gli imbonitori Consiglieri, tacendo o ignorando questo dettaglio (che si pagherà subito con la superstrada così com’è), danno invece ad intendere che l’investitore privato anticiperà 10 miliardi (!) e solo infine, con l’asfalto fresco e pittato, cominceremmo a pagare! Ovviamente non è così, non può essere così! Anche un bambino lo capisce. Chi è infatti quel deficiente di privato che anticipa una cifra simile per cominciare a riprenderla nel 2021 (anno previsto dallo stratega Smacchi quale ultimazione dell’opera)?

E’ dunque evidente che l’unica cosa certa di tutta l’operazione è il pedaggio subito, appena aperto il primo cantiere (previsto a breve). E’ questo che fa gola all’investitore amico della politica, ecco perché si è voluto votare subito, le analisi costi-benefici fanno solo perdere tempo! I nostri eroi, che rappresentandoci in Consiglio dovrebbero ferocemente fare i nostri interessi, al contrario, pur col compenso di € 12.000 mensili e relativa pensione anticipata, preferiscono dividersi equamente tra chi -mellifluo- dice che tutto sommato, a fronte di un tale beneficio... e chi invece bellicosamente -eroicamente- avversa “ogni pedaggio agli umbri!” (“combatterò, procomberò sol io...” G.Leopardi, All’Italia). Ma è un dilemma che svia e depista: sfugge che il paragone con la Bre-Be-Mi è del tutto improprio, perché questa, prima l’hanno costruita e solo con la sua inaugurazione si è cominciato a pagare il pedaggio (perché è così breve e la sua utenza è così forte, che gli investitori privati sono stati -e sono- sicuri di “rientrare”, almeno entro un ragionevole rischio d’impresa). Ma nel nostro caso il general contractor rischierà un bel nulla, essendo il suo business nel pedaggio subito e non nella soddisfacente remunerazione finale.

Se poi raccogliamo il rapido conto abbozzato dal consigliere Brutti, capiamo che tutto è pure una bugia (una truffa?), perché per remunerare 10 miliardi la nuova autostrada dovrebbe veicolare un numero impressionante di auto e camion (ovviamente tutti paganti), che non abbiamo mai avuto e mai avremo dal momento che moltissimi camion ora usano la E45 perché gratuita, ma quando fosse a pagamento, preferiranno di gran lunga la A1 e l’Adriatica A14, che hanno andamento altimetrico assolutamente più favorevole (meno salite e discese, meno curve). Se dunque l’autostrada non potrà mai essere pagante, noi possiamo avere fin d’oggi il ragionevole sospetto che sarà nell’interesse dello stesso general contractor sfruttare ogni pretesto per non andare avanti nei lavori (ecco la Salerno-ReggioCalabria), perché cantieri attivi e veloci eroderanno il suo lucro apparecchiato sul pedaggio certo e immediato. Cantieri fermi o attivi, lenti o veloci per decenni, provocheranno alcune lamentele di politico locale (qualche interrogazione, perfino parlamentare, pensa tu), desideroso di ergersi a paladino del “territorio”, che però non scalfiranno l’essenziale di tutta l’operazione: il pedaggio subito. Pedaggio dunque non solo come unica cosa certa, bensì unica cosa realmente cercata.

Si noti la protervia di un lucro che si vuole tirato al massimo. Posto infatti che sia accettabile dover realizzare opere pubbliche come autostrade e superstrade (che rientrano nella naturale e doverosa funzione dello Stato) mediante finanza di progetto (project financing), perché -chiediamo- pur con pedaggio non limitarsi alla manutenzione della E45? Se infatti l’autostrada costa 9/10 miliardi, una perfetta manutenzione della E45 costerebbe enormemente di meno (probabilmente un decimo), pur con un servizio per noi umbri del tutto analogo, quindi indifferente (anzi migliore, perché sparirebbero i camion). Ma lucrare troppo poco è difficile quando si apparecchia una tavola del genere, perché i privilegiati devono avere assicurato un guadagno che si tramandi di generazione in generazione, un po’ come i feudatari dell’alto medioevo. Lo Stato italiano in effetti da tempo è tornato feudale, e i potentati politico-imprenditoriali lo conquistano e se lo contendono a brani; comprato un feudo si ha poi diritto pieno ad ogni abuso, chi l’anas, chi le ferrovie, chi il gas o l’elettricità (le bollette pazze, qualcuno nel mucchio pagherà).

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Dunque gli umbri dovrebbero chiedere e pretendere compatti la buona e naturale manutenzione della E45 e di tutte le altre superstrade esistenti, le quali tutte, qualora in buone condizioni, sono sufficienti. In subordine vale la proposta di Cirignoni cioè l’esempio toscano: si chieda di togliere all’Anas la E45 e di conferirla all’Umbria con le sue due province, così che invece di buttare denaro in spese improduttive e parassitarie come fanno da decenni, troverebbero il modo per un impiego ben più virtuoso del denaro pubblico (la Provincia di Perugia nel decennio 1999-2010 ha raddoppiato il personale dipendente, da circa 690 a 1.290, e già quando erano “solo” 690, erano superfui al 70%).

Si potrebbe anche ipotizzare il pedaggio ai soli camion transnazionali, sì da spostarli prevalentemente sulle due autostrade citate prima, e lasciare l’E45 alle automobili.

Una politica che voglia conservare senso e diritto di esistere, al Parlamento come nelle Regioni, non può fare altro che porre questa alternativa: o le tasse rimangono molto alte però lo Stato deve avere naturaliter le risorse per fare e mantenere le strade, oppure si abbassano le tasse al 18-20% del Pil e poi quasi tutto si fa con meccanismi privatistici. Di certo pretendere che tutto rimanga com’è (tasse altissime, Stato squattrinato e servizi pagati a parte dai cittadini), significa porsi contro la logica, contro la storia, contro il Popolo/Nazione e ci si candida a una brutta fine. La domanda essenziale è questa: perché negli anni ’50 e ’60 e ’70 lo Stato poté costruire coi suoi soldini una miriade di autostrade (superstrade, scuole, ospedali, aeroporti, etc), e oggi pur a fronte di una tassazione cresciuta cinquanta volte non vi riesce più?

L’operazione è ordita dalla politica (i Partiti) pel tramite del suo braccio armato (lo Stato coi suoi mille tentacoli tra cui le Regioni), in favore delle cosche che la possiedono, possiedono e sodomizzano Politica e Stato, in danno ovviamente della civiltà italiana. Alla Mafia/Stato interessa solo l’occasione per nuovi guadagni facili, il pedaggio in questo caso. Siccome anche i Consiglieri costano, basta comprare i partiti maggiori, la cui unica vera competizione consiste proprio nel chi si dimostra più bravo e affidabile nel servire le Mafie/Stato (si dice “avere il senso dello Stato”). Questi affari grossi si trattano direttamente a Roma, da dove poi -raggiunta un’equa spartizione- il diktat arriva in provincia, chi non si allinea non avrà il posto in lista alle prossime elezioni, morte civile. E s’è capito bene -a quattr’occhi- quanto qualche Consigliere del partitone di maggioranza avrebbe voluto godere della libertà di esser parte di un gruppetto insignificante!

Tiriamogli un po’ le orecchie.

Appurata la natura dell’operazione (non c’è sentore di infiltrazioni? non c’è fumus di compera di parlamentari, pardòn, di signori Consiglieri?), è vera delizia scavare le parole, la psiche, dei nostri gloriosi protagonisti assisi gravemente sugli scranni di Palazzo Cesaroni. Brilla di specialissima luce tal Sandra Monacelli (già Senatore della Repubblica e dico tutto), che come abbiamo visto, approvata l’autostrada, pèrora a stretto giro “seri studi e analisi costi-benefici”! Grandiosa la nostra eroina, dovrebbe brevettarla questa bella pensata di decidere prima un’opera e solo poi valutarne la convenienza! O gentile signora, se l’analisi costi-benefici dicesse che non conviene, che fai poi, dove li metti i piloni dell’autostrada? Poi è entusiasta dei 9 miliardi (“non ha senso opporsi a 9 miliardi di investimenti”), chi le spiega che i 9 miliardi sono nostri e non del general contractor?

Un’altra testa fina si riscontra nelle parole del Consigliere Lignani, che produce ben due perle in un discorso solo. La prima è nel contrapporre le virtù dell’autostrada alla manutenzione “da mulattiera” dell’E 45: scusi Consigliere, ma cosa le impedisce di prendere in considerazione una E45 efficiente e non mulattiera? La seconda perla, condivisa con l’immarcescibile Rometti, è che “le nostre imprese sono in stato comatoso e chiedono investimenti come questo”. Chi glielo spiega che un’impresa che per campare ha bisogno di opere pubbliche inutili e ha bisogno di succhiare a forza ricchezza dagli altri (cittadini, imprese vere, famiglie), non è vera impresa bensì è parassitismo e politicume allo stato puro? Chi gliela spiega la differenza tra vera impresa (che produce ricchezza per tutti, perché offre prodotti ambiti e non imposti) e falsa impresa che succhia la ricchezza prodotta da altri e impoverisce tutti? E che ridere il significato che tutti costoro assegnano alla parola “investimento”! Il vero investimento (lo dice il vocabolario) è una spesa ripagata in un tempo definito, le vostre caro Consigliere sono spese che non si ripagano mai, mai, mai, mai, mai, sono spese a fondo perduto e mai definizione fu più appropriata. Soggiunge Lignani: “con questa opera l’Umbria riparte e quindi può permettersi di pagare il pedaggio”, addirittura! E’ una superstizione dura a morire, questa dello “sviluppo”, decine di autostrade meridionali ci dicono che il sottosviluppo rimane se manca qualcos’altro di ben più essenziale. Così come ci sono territori, penso al vicino Casentino o al Fabrianese, cui l’assenza di autostrade non ha impedito un ottimo tasso di sviluppo industriale e anche turistico. E che noia la bufala del “lavoro”: ormai da tre decenni nei cantieri incontriamo tutt’al più i titolari di imprese umbre ma non operai dell’Umbria. State certi piuttosto che il general contractor sull’E45, non avrà bisogno neanche delle imprese umbre, le porterà lui, le sue, e a occhio e croce difficilmente saranno di Bolzano o della Finlandia...

Similmente il Consigliere Mantovani, per il quale “senza buone vie di comunicazione, poco turismo e pochi investimenti”. Scusi Consigliere, ma una E45 efficiente non sarebbe una buona via di comunicazione?

Molto riprovevole in Rometti è anche la sua battuta acida sui pianti per l’Autostrada del Sole che negli anni ’60 ignorò l’Umbria. Finge di non ricordare che poi gli umbri si avvidero benissimo di essere stati fortunati con le superstrade E45 e Raccordo fino Bettolle, poiché gratis arrivano nella pianura Padana, a Orte (quasi a Roma), in Toscana (e proseguendo su Siena vanno gratis a Firenze in superstrada).

Merita fuggevole accenno anche l’argomento che vuole l’autostrada come apertura alla modernità al progresso, allo sviluppo, al turismo soprattutto, e bolla come ideologiche le critiche di chi pretenderebbe giustamente una E45 superstrada gratis ed efficiente. Qui il Consigliere Valentino (ma anche la Sandra di prima e altri), ha evocato le altre grandi opere che in Italia provocano polemiche e contrapposizioni. Bisogna essere molto chiari: non c’è nessuna analogia tra la critica a questa autostrada e l’opposizione -quella sì ideologica- alla Tav in Piemonte. La Tav in Piemonte trova giustificazione nel fatto che la vecchia linea -pur sottoutilizzata- è inservibile per i grandi convogli transcontinentali da Oporto a Kiev (corridoio europeo 5), ma alla E45 non c’è da chiedere niente di diverso dalla funzione e potenza con cui è nata. Chi scrive queste note non ha alcuna opposizione ideologica al progresso bensì lo condivide e favorisce, ma sa anche che sprecando denaro il benessere si allontana. La E45 trasformata in autostrada, insomma, non offre all’Umbria e all’Italia neanche un grammo in più di quel che abbiamo con una buona E45. Offre solo un clamoroso sviluppo di taluni conti correnti.

Pure la storiella dell’Umbria “tagliata fuori da tutte le vie di comunicazione” (Consigliere Valentino), merita una ridimensionata: quando le superstrade sono in efficienza, noi siamo ben collegati a nord (Cesena), a ovest (Siena e Firenze), a sud-ovest (Roma), abbastanza bene a sud-est (con Ascoli) e adesso da due mesi -con la galleria da Terni verso Rieti inaugurata a dicembre 2013- siamo messi benino pure verso L’Aquila.

Quanto al turismo, con buona pace del sig. Consigliere Nevi, avere autostrade o superstrade o strade statali (tutte ovviamente in buona efficienza), non fa alcuna differenza, almeno per il turista “di qualità” che notoriamente l’Umbria preferisce e cerca (come si dice sempre nei convegni); un turista che apprezzi buoni territori, buona cucina, buone attrazioni decentrate, non il suonato-tipo (se mai esiste) che per andare in vacanza pretende di correre a rotta di collo, gasato, ossessionato di “arrivare il prima possibile”: i suonati è meglio rimangano a casa loro, l’Umbria ha da offrire pacatezze, non nevrosi.

E quanto vale in sincerità la perorazione che “gli umbri siano esentati dal pedaggio” pronunciata dall’ex sindaco Renato Locchi? Gli umbri sono i meglio fichi del bigoncio? Romagnoli, toscani e laziali pagheranno felici anche per noi? Oppure gli umbri non pagheranno in Umbria, i toscani in Toscana, i romagnoli in Romagna? Ma allora chi la paga l’autostrada al nostro bravo investitore, babbo natale?

Notisi in via generale l’assenza di un dibattito accettabile, in quel ridicolo Consiglio, sull’insieme delle infrastrutture regionali e del centro Italia, che un’opera come la E45 (“spina dorsale...”), avrebbe dovuto necessariamente comportare. Non sono troppo cinque trasversali Marche-Umbria? Non sarebbe meglio individuare una gerarchia di priorità, ad esempio la Perugia-Ancona? Per potenziare l’aeroporto S. Francesco, c’è qualcosa di meglio che inserirlo direttamente sulla ferrovia Ancona-Roma? La nuova ipotizzata stazione Alta Velocità nei pressi di Terontola è cosa buona o dannosa? Come usare le ferrovie per sistemi metropolitani non solo a Perugia, ma anche a Terni, Foligno, Città di Castello? Niente, queste non sono cose su cui il singolo Consigliere è abituato e autorizzato ad agire da solo, del resto non avrebbe senso, se non c’è in ciascuna una buona tavola apparecchiata. Cari lettori, confutare le argomentazioni dei nostri eroi è avvilente, non hanno il pudore di uno spessore tecnico, urbanistico, trasportistico: studiano? Approfondiscono? Confrontano? Girano a vedere quel che si fa pel mondo civile e come si usa altrove il denaro pubblico, come si rispetta il cittadino, il consumatore, l’utente?

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Chi è quel somaro che ha avuto l’idea di moltiplicare i luoghi della Legge? Abbiamo dimenticato cos’è una Legge? E dunque possiamo lasciare che la Legge sia preda di siffatta fauna umana? A parte le doverose cognizioni tecniche e culturali, non sappiamo che la Legge, anche per chi non vive dimensioni religiose, ha in sé un innegabile connotato sacrale, cioè che “non ti appartiene”? Palazzo Cesaroni è molto meglio che torni all’uso civile per cui è nato, va bene qualsiasi uso connaturato al suo rango architettonico, un albergo di prima categoria, abitazioni di lusso, un centro benessere o spa, anche un lupanare di classe andrebbe bene. Giunta e Consiglio regionale, finché non si abolisce quest’ente che dal 1970 segna il lento procedere del declino italiano, trasferiamoli in un condominio di Ferro di Cavallo. Io dò una mano volentieri, prometto che forzando i limiti delle mie sostanze frequenterò di tanto in tanto il lupanare, dobbiamo impegnarci tutti a che la nuova Italia non fallisca.

Luigi Arch. Fressoia

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