Cupio Dissolvi

Sull’articolo di prima pagina l’autrice Maria Rita scrive “un sondaggio tra immigrati ha rivelato che uno su tre non vuole integrarsi” e aggiunge: “credo che se avessero fatto la stessa domanda ai nostri emigrati in Belgio, Germania, Lussemburgo, Francia America… quando erano emarginati, guardati con sospetto, sfruttati, discriminati sul lavoro e senza diritti di cittadinanza, non credo che la risposta sarebbe stata molto diversa”. Noi invece crediamo che i nostri emigranti –uno fu mio nonno paterno in Francia inizio ‘900- quanto più era la sofferenza tanto più erano determinati a cancellare il più presto possibile ogni differenza e in ciò l’affidamento più sicuro fu nei figli i quali nessuno mai si sognò, né di prima o seconda o terza generazione, di piazzare bombe o schiacciare infedeli col tir. Del resto si è mai visto un meridionale piazzare bombe a Torino perché i terùn erano chiamati tali? Un milanese piazzare bombe a Madrid per vendicare il dominio spagnolo lungo qualche secolo?
Cosa induce la gentile Maria Rita a una così grande banalità? E’ solo un articolo su un settimane diocesano, potremmo fare spallucce, ma come non notare che è lo stesso argomentare di mille e mille articoli riviste e talk show ad ogni ora del giorno e della notte? Perché un settimanale diocesano collima col pensiero dominante? Cosa induce a non voler vedere quanto è grande e radicato nel suo dna l’odio di parte importante dell’islam verso gli infedeli, verso noi tutti?
La risposta tutto sommato è semplice. La signora Maria Rita ha bevuto fino in fondo l’amaro calice della storiografia, sociologia e antropologia marxiste secondo le quali valgono essenzialmente due soli concetti/indicatori: chi è ricco e chi è povero e il colonialismo europeo otto/novecentesco. Tutto il resto non conta.

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La natura umana che porta ogni persona/gruppo alla propria auto affermazione non conta. Che col mare di petrodollari avrebbero potuto sviluppare ricchezza diffusa nei rispettivi paesi molto più facilmente di quanto avvenuto faticosamente e lentamente in Europa, non conta. Che di colonialismi nella storia umana ce n’è stati tanti vieppiù di potenze mussulmane che hanno dominato larga parte dell’Europa, non conta. Che il corano contiene precisi versetti di sterminio e sottomissione degli infedeli non conta. Che nelle scuole di moltissime nazioni arabe e mussulmane viene teorizzato l’odio verso gli infedeli, non conta. Che il disegno islamista (califfato mondiale) affascina parte importante delle classi dominanti e poi popolari di quei paesi non conta. Che per secoli la cristianità ovvero l’Europa ha vissuto nel terrore della fine da cui il miracolo di Lepanto ci salvò, non conta (cosa obbliga un giornale diocesano a sapere perché mai Pio V è santo?). L’elenco ormai innumere di stragi pur recentissime e continue, e dei tentativi non riusciti, non tange Maria Rita e il suo mondo interiore, che riconduce un odio e violenza millenariee ora dilagante di nuovo non al suo proprio dna bensì a cause storico-economiche, addirittura “é colpa nostra”, una meritata ritorsione. Storia e natura umana non contano, conta solo -per la banalità marxista- che noi siamo più ricchi, manco fosse una colpa. Chissà se Maria Rita si è mai chiesta perché l’Europa e l’Occidente sono più ricchi. Potrebbero aiutarla i cinesi che, come riferisce lo storico Rodney Stark, nel loro indagare i motivi del primato occidentale hanno recentemente incaricato una commissione che desse una risposta e la risposta è stata: il Cristianesimo.
Potrebbe capire che il motivo della ricchezza in Occidente diffusa tra la popolazione (quello che anch’essa di sicuro chiama consumismo) ha a che fare con la capacità del Cristianesimo a lasciare aperta la strada della libertà umana che comunque è protesa sempre al miglioramento della propria condizione, all’universale; dentro e non fuori di un tale spirito dal seno del Cristianesimo si svilupparono scienza etecnica (le Università nacquero all’ombra delle antiche scuole episcopali), il credito e le banche, l’organizzazione del lavoro e dei commerci (corporazioni e confraternite).
Ma lasciamo stare la storia pensiamo alla cosa più grave, la filosofia, la mentalità, la visione del mondo e della persona (della persona!), l’incomprimibile ineffabilità della persona e l’incancellabile eredità degli antenati ridotte alla miseria del ricco/povero! Se dici Lepanto (o Vienna o Poitiers) Anna Maria sorride di commiserazione: per il suo abito marxista (di cui facilmente potrebbe essere ignara), conta solo la storia dopo la rivoluzione industriale e contermine colonialismo, il prima è da stupidi reazionari considerarlo. Chiedersi cosa mai avranno in testa milioni di poco graditi ospiti mussulmani è da xenofobi. Temere per l’affermarsi di pratiche e costumi per noi improponibili è razzista. Non si accorge che razzista al massimo grado è credersi che solo perché noi buoni/buonisti, milioni di persone nate e cresciute con mentalità totalmente diverse dovrebbero cambiarla con la stessa facilità di una pillola, di uno scialle.
Che fare, che farci? Il banale dualismo manicheo di Anna Rita gode e si avvantaggia del fascino della sempliciotteria, oleato dei petrodollari del disegno islamista. Bisogna metterci una pezza che probabilmente dal cuore del Cristianesimo verrà di nuovo.

di Luigi Fressoia

fonte: https://www.facebook.com/luigi.fressoia/posts/10212625404421674?

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